A volte, sono proprio le tappe non previste a lasciare il ricordo più vivo. In un itinerario che toccava Svizzera, Germania e Francia, la voglia di spezzare il viaggio ci ha portati a cercare un luogo dove fermarci per un giorno. E così, sfogliando la mappa, è spuntato un nome familiare: Ravensburg. “Ma sarà mica quella della Ravensburger?”, ci siamo chiesti. Una domanda innocente, che ci ha condotto in un viaggio tra giochi, storia, torri medievali e, poco più in là, sul lago di Costanza, in una piccola isola chiamata Lindau, dove si incrociano storie di streghe, fari, imperatori e premi Nobel.

Ravensburg: la città dove il gioco diventa cultura

Arrivare a Ravensburg è come entrare in un libro illustrato. La città si sviluppa nel sud della Germania, nel land del Baden-Württemberg, e conserva un centro storico perfettamente curato, protetto da antiche mura e punteggiato da torri medievali. Ce ne sono ben diciassette, e ognuna ha una storia da raccontare.

È facile perdersi tra le sue vie strette e acciottolate, dove le case a graticcio si affacciano su piazze ordinate e botteghe decorate. In estate, le piazze sono piene di tavolini, bambini che giocano e bandiere colorate. Ma Ravensburg è famosa anche per un altro motivo: è la casa della Ravensburger, l’azienda che da oltre un secolo fa giocare generazioni intere con puzzle, giochi da tavolo e memorabili scatole blu.

Il Museo Ravensburger è proprio nel cuore del centro storico. Tre piani dedicati alla storia della casa editrice e ai suoi giochi più iconici. Se hai figli o sei cresciuto negli anni ’80-’90, sarà impossibile non sorridere davanti a titoli come Memory, Labyrinth o Scotland Yard. L’unico limite è la lingua: la maggior parte delle spiegazioni è in tedesco, ma resta un’esperienza interattiva e visiva che diverte anche senza traduzione.

Dai mercanti medievali ai giochi moderni

Ravensburg

La connessione tra Ravensburg e la carta non è casuale. Già nel Medioevo la città era un centro importante per il commercio. Divenuta città imperiale nel 1276, ottenne il diritto di battere moneta e ospitare un mercato libero. Queste condizioni fecero fiorire una classe mercantile attiva e intraprendente.

Nel 1402 fu aperta la prima cartiera cittadina, e da lì nacque una tradizione editoriale destinata a durare nei secoli. A fine Ottocento, Otto Robert Maier ereditò una casa editrice e decise di puntare non solo sui libri, ma anche sui giochi stampati. Nel 1884 nacque il primo gioco di società, e da quel momento il marchio Ravensburger non smise più di crescere. Oggi la terza generazione della famiglia guida ancora l’azienda, restando fedele alla visione del fondatore: educare e divertire.

Ravensburg Spielt: quando la città diventa un gioco

Visitare Ravensburg a settembre significa partecipare a un evento unico. Ogni anno, il secondo weekend del mese, si tiene Ravensburg Spielt, un festival del gioco che coinvolge l’intera città. Marienplatz e le vie adiacenti si trasformano in un grande parco giochi all’aria aperta, con attività per tutte le età: giochi da tavolo, sport, sfide digitali e laboratori.

Anche sotto la pioggia, le famiglie non si fermano. È uno di quei momenti in cui il turismo si fonde con la vita quotidiana, in cui giocare diventa un atto collettivo. E non serve parlare tedesco per partecipare: il gioco è una lingua universale.

L’ombra lunga dell’inquisizione

Ma Ravensburg non è solo allegria e giochi. Il suo passato conserva anche una pagina oscura: nel 1484, fu teatro di una delle prime cacce alle streghe documentate. Due donne, Anna e Agnes, furono accusate di causare disastri naturali attraverso riti satanici. Il processo fu guidato dal frate domenicano Heinrich Kramer, che qui trovò l’ispirazione per scrivere il famigerato Malleus Maleficarum, il manuale degli inquisitori per eccellenza.

Il testo fu stampato proprio grazie alla carta prodotta a Ravensburg e segnò l’inizio di una lunga e tragica stagione di persecuzioni. Una pagina di storia che ci ricorda quanto facilmente la paura e l’ignoranza possano trasformarsi in violenza.

Lindau: il fascino gentile del Lago di Costanza

Lindau faro

Lasciata Ravensburg, bastano pochi chilometri per raggiungere Lindau, un piccolo gioiello sul lago di Costanza, collegato alla terraferma da un ponte. L’impatto è immediato: il porto, con il faro più a sud della Germania e la statua del leone bavarese, è uno degli ingressi più scenografici che si possano immaginare.

Oggi Lindau è un luogo di pace, perfetto per una passeggiata tra edifici colorati, birrerie sotto gli alberi e panorami lacustri che sembrano usciti da un dipinto. Ma anche qui, il passato ha lasciato un segno profondo. L’ultima strega fu giustiziata nel 1730, colpevole di essere diversa, indipendente, e accusata di reati come fornicazione e infanticidio. Maria Madlener fu condannata a morte con una freddezza che ci appare agghiacciante.

Storia, cultura e incontri illustri

Oltre alle sue storie cupe, Lindau ha saputo anche essere luogo di rinascita culturale. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, proprio qui si tennero i primi incontri tra premi Nobel e giovani studiosi, grazie all’intervento di due medici e alla collaborazione con il conte Lennart Bernadotte, legato al comitato svedese per i Nobel.

Quegli incontri, iniziati nel 1951, si svolgono ancora oggi e trasformano Lindau in un crocevia di sapere, con partecipanti da oltre 80 Paesi. Allo stesso tempo, la città ospita dal 1950 le Settimane di psicoterapia, nate come risposta alla necessità di cura e introspezione dopo la guerra.

Un’isola da vivere con calma

Lindau sul lago

Visitare Lindau significa concedersi tempo. Passeggiare lungo la promenade, salire sulla Mangturm, per secoli usata come faro, perdersi tra i dettagli affrescati del municipio o sedersi a contemplare il lago con un boccale di birra in mano.

Chi cerca arte e storia può esplorare la zona di Bismarckplatz, dove si trovano il municipio vecchio e quello nuovo. Chi invece desidera solo rilassarsi troverà tutto il necessario: quiete, paesaggio e accoglienza.

Un weekend, due mondi

Ravensburg e Lindau offrono due esperienze diverse ma profondamente connesse. La prima è città di gioco, creatività e innovazione, dove ogni torre racconta un’epoca e ogni angolo rivela qualcosa. La seconda è riflessiva, acquatica, culturale, perfetta per rallentare il passo e immergersi nella storia e nella bellezza del lago.

Insieme, rappresentano un viaggio completo: tra passato e presente, tra leggerezza e profondità, tra fiaba e realtà.