Nascosta tra le colline umbre, nel comune di Montegabbione, sorge una piccola località rurale, detta Scarzuola, una meta piuttosto inedita dell’Umbria. Questo luogo, dove nel XIII secolo si narra abbia vissuto San Francesco, oltre settecento anni dopo fu acquistato da Tomaso Buzzi. L’architetto vi edificò la Città Ideale, una costruzione surreale ricca di simbolismi.

Oggi questo luogo è perfettamente conservato e aperto al pubblico su prenotazione.

Si tratta di una delle mete turistiche meno conosciute della provincia di Terni e di tutta l’Umbria, ma certamente un luogo ricco di fascino che vale la pena raccontare.

La storia della Scarzuola

cosa vedere a Scarzuola

Il fascino della Scarzuola comincia dalla sua storia. Secondo le cronache medievali, San Francesco d’Assisi vi dimorò nel 1218, costruendo una capanna utilizzando la scarza, una pianta acquatica che qui cresce rigogliosa e da cui la località prende il nome. Ancora oggi viene utilizzata dalla gente del posto per accomodare le sedie.

San Francesco tornava da uno dei suoi frequenti viaggi a la Verna e si fermò qui per diversi giorni, tanto da avere il tempo di piantare un lauro e delle rose, simboli di sacralità e bellezza, oltre che di costruire il suo giaciglio di scarza.

La Leggenda

La leggenda racconta che proprio in quel punto esatto dove si accampò il santo, sgorgò miracolosamente una fontana. Per ricordare questo avvenimento i conti di Marsciano vi edificarono una chiesa dedicata alla Santissima Annunziata e un piccolo oratorio. Successivamente costruirono anche un convento.

Tutto venne affidato alle cure dei Frati Minori fino alla fine del Settecento. Ma già agli inizi del Trecento, per ammissione degli stessi francescani, pare che la Scarzuola fosse il convento più eccentrico della provincia serafica. E questa personalità singolare e diversa non ha mai lasciato questo luogo nel corso dei secoli fino ai giorni nostri.

La Città Ideale

Nel 1956 ad acquistare la Scarzuola fu Tomaso Buzzi, acclamato architetto milanese, considerato uno dei più importanti designer italiani del secolo scorso. Buzzi era definito come il principe degli architetti. Fu chiamato a progettare le case degli Agnelli, dei Pirelli e dei Marzotto, Villa Necchi Campiglio a Milano e Villa Volpi a Sabaudia.

Dal 1958 il suo unico progetto fu la sua Città Ideale, nascosta tra le mura della Scarzuola. Ci si dedicò totalmente e ci lavorò per 20 anni.

L’esperienza della Città Ideale

Scarzuola città ideale

Arrivati alla Scarzuola, oltre il muro di cinta, ad accogliere il visitatore ci sono un prato e una chiesa circondati da cipressi ed edicole sacre. Quest’oasi di silenzio sospesa nel tempo precede la scoperta della Città Ideale di Tomaso Buzzi, concepita come una sorprendente scenografia teatrale. Un complesso architettonico di pietra che disegna un percorso carico di simbolismi, basato sul poema illustrato “Hypnerotomachia Poliphili”.

È qui che il pubblico si immerge in quella che da molti viene definita un’esperienza onirica, una passeggiata in un sogno. Un vero e proprio labirinto di emozioni scolpito nella pietra, perché non c’è una mappa da seguire, un’unica strada con un ingresso e un’uscita.

L’opera è formata da costruzioni che realizzano sette scene teatrali con una stupefacente antologia manierista di mostri di pietra, monogrammi, bandiere, statue zoomorfe, specchi d’acqua e una miriade di scale, scalette e colonne. Si distinguono Villa Adrian, Villa d’Este, Bomarzo e i sette edifici nell’Acropoli (il Partenone, il Colosseo, il Pantheon, l’Arco di Trionfo, la Piramide, la Torre Campanaria e il Tempio di Vesta).

La Città Ideale, inoltre, risulta volutamente incompiuta. L’artista cercò intenzionalmente “il fascino del Non-Finito” che proprio come quello delle rovine, secondo Buzzi, dona all’architettura la quarta dimensione: il tempo.

Come visitarla la Scarzuola

vista Scarzuola

La Scarzuola oggi è un parco privato e quindi è visitabile solo su prenotazione telefonando allo 0763/837463 o scrivendo un’email a info@lascarzuola.com.

Gli ospiti vengono accompagnati nel percorso dal proprietario Marco Solari, nipote dell’architetto Tomaso Buzzi e anche il custode del posto. L’esperienza di visita alla Scarzuola è unica nel suo genere anche grazie all’eccentricità dell’anfitrione, che mantiene vivo lo spirito di quello che Buzzi definiva un “regno di fantasia pietrificata”.