Che cosa rappresenta un viaggio? Si può racchiudere l’intero concetto in una definizione: un insieme di esperienze.

Esperienze per lo più sensoriali: lo spettacolo dei monumenti e dei meravigliosi paesaggi che si presentano davanti ai nostri occhi. I rumori, tenui o fragorosi, che colpiscono le nostre orecchie mentre passeggiamo alla scoperta del territorio. Gli odori (anche quelli meno piacevoli!) che ci sorprendono svoltando un angolo, o entrando in un vicolo.

Tutto quello che percepiamo durante un viaggio concorre a creare in noi sensazioni, che si tramuteranno in ricordi, che lasceranno in noi emozioni.

E perché quindi non dovremmo considerare anche il cibo come parte del viaggio? Nel momento in cui nuovi e sconosciuti sapori ci solleticano il palato e ci fanno scoprire nuove sensazioni!

Cosa mangiare a Roma

E se la destinazione del nostro viaggio è la Città Eterna…bè, tutto quello che vivremo e proveremo qui avrà un gusto in più, un…qualcosa in più. E questo varrà anche e soprattutto per il cibo.

Allora scopriamo insieme alcuni dei piatti della tradizione romana da assaggiare durante un viaggio a Roma.

I primi piatti romani colpiscono…

Chiedete a qualsiasi turista qual è il piatto romano per eccellenza…nove persone su dieci vi risponderanno la carbonara.

La ricetta è risaputa e incisa nella pietra: guanciale, aglio, olio, uova, parmigiano e pepe nero. Un amalgama di sapori che avvolge lo spaghetto e incanta il palato.

Dopo la carbonara, segue per fama, la pasta cacio e pepe, con la sua diretta variante ottenuta con l’aggiunta del guanciale: la Gricia, solo il nome trasmette goduria!

Se stiamo a guardare la loro essenza si “riduce” tutto in pasta, pecorino e pepe. È proprio la semplicità che rende questi due piatti così speciali e unici.

Impossibile non menzionare poi i celeberrimi bucatini all’amatriciana! Grazie alla sapiente unione di olio d’oliva, guanciale, parmigiano, pecorino e pomodoro sapranno ricompensarvi delle macchie che troverete sulle vostre camicie dopo averli gustati.

Un consiglio: provate, mentre siete seduti in una tavolata tra romani, a chiedere se nell’amatriciana va messa o no la cipolla…e godetevi la scena!

Dulcis in fundo da menzionare assolutamente in questa carrellata di primi piatti: gli gnocchi alla romana. A un occhio inesperto potrebbe sembrare che diano meno soddisfazione delle precedenti opulenze composte di guanciale, pecorino e pepe nero a fiumi, ma non dubitate: anche loro sapranno degnamente ricompensarvi.

…i secondi piatti sbalordiscono

Vegetariani, questo articolo non fa per voi! Se già i primi piatti romani non elemosinano in quanto a quantità di guanciale, i secondi piatti sono un vero tripudio di carne.

E il re indiscusso non può che essere lui, l’abbacchio. È un piatto legato in modo indissolubile alla tradizione romana, preparato da generazioni in tutte le famiglie per il Natale, la Pasqua etc. Esistono poche e semplici regole per poter definire un abbacchio come vero romano. La carne non è mai abbastanza unta, a prescindere dalla quantità di strutto che ci si mette, e a fine pasto le mani devono essere sporche, perché l’abbacchio non si mangia con le posate.

I saltimbocca alla romana sono un altro piatto che inizialmente potrebbe lasciare indifferenti: cosa sarà mai infatti una fettina di vitello con un po’ di prosciutto sopra e una fogliolina di salvia? Bene, unite il tutto con uno stecchino e friggetelo nel sempre presente burro, e vedrete che non vi deluderà.

E ora, due piatti “forti”, di nome e di fatto: stiamo parlando della trippa e della coda alla vaccinara. Rientrando tra la cucina delle cosiddette frattaglie, possono non risultare adatti agli stomaci particolarmente sensibili; oppure per chi, come si dice, mangia con gli occhi e non con la bocca.

Ma se superate le prime reticenze e vi buttate nell’assaggio, scoprirete un gusto veramente piacevole.

Ci sarebbero tanti altri piatti da menzionare nell’elenco: le fave con il pecorino, i famosi carciofi alla giudia, i supplì…per non parlare dei dolci, tra i quali troneggiano i fantastici maritozzi con la panna.

Alla fine quello che accomuna tutti i piatti della tradizione romana è il concetto di fondo: pietanze dal gusto non certo delicato, ma estremamente saporito, creato dall’unione di ingredienti semplici sì, ma veri, autentici.

Esattamente come gli abitanti di questa meravigliosa Città.